Marco_Bernasconi

E ORA ....ALLACCIAMO LE CINTURE SI SICUREZZA

Short
TVC:FTMIB   Milano Italia Borsa Index
Terminato l’entusiasmo da chiusure del trimestre, gli operatori sono costretti a confrontarsi nuovamente con la realta’, una realta’ ancora molto grigia, caratterizzata da un trend in recessione che accomuna tutte le economie del globo ed una crisi petrolifera molto grave.

La gravita’ della recessione emergera’ presto ai nostri occhi con i dati che verranno pubblicati in questa settimana e nelle successive. Atteso per oggi l’indice ISM in USA, che dara’ una prima picture del sentiment degli operatori del settore manifatturiero. Seguiranno poi altri dati quali i sussidi alla disoccupazione e il dato sulla disoccupazione USA atteso per venerdi.
Rimarremo probabilmente sorpresi negativamente da molti di questi dati. Essi porteranno gli operatori a focalizzarsi sulla gravita’ della situazione e ad ignorare TEMPORANEAMENTE l’efficacia delle misure di stimolo delle banche centrali e dei governi.
In questo delicato periodo, l’andamento dei mercati azionari dipende sostanzialmente da 5 variabili, o da 5 “P”:
• PANDEMIC
• PRODUCTION
• POLICIES
• POSITIONING
• PRICE
Fondamentale e’ che la curva dei contagi mostri una consistente perdita di momentum e tenda il piu’ possibile ad appiattirsi nel medio periodo.
Altro aspetto e’ quello dell’andamento dell’attivita’ produttiva, sintetizzato dalla P di Production. Nella crisi del 2009, il mercato ha toccato il minimo quando l’indice JPMorgan Global PMI e’ sceso a 36.8. Nei mesi successivi si e’ assistito ad un rimbalzo delle quotazioni azionarie in presenza di minori peggioramenti dell’indicatore. Nella situazione attuale potrebbe essere differente. Potremmo assistere a piu’ fasi di flessione e recupero dell’indice PMI che sara’ espressione dei momenti di riapertura seguiti da momenti di ulteriore lockdown. Uno scenario di uscita dalla crisi e di ritorno alla vita precedente senza ulteriori lockdown e’ al momento, secondo gli esperti, da escludere.
Importante poi che le Banche Centrali continuino ad essere presenti. Su questo punto il mercato e’ stato piuttosto rassicurato. Le azioni poste in essere da tutte le banche centrali sono state piuttosto incisive.
Infine, elemento importante e’ anche quello del positioning. Il posizionamento degli operatori ha, da sempre, svolto un ruolo fondamentale nella performance dei listini. Per assistere ad un rimbalzo degli stessi, duraturo, dobbiamo assistere ad una nuova capitulation, che porti lo S&P500 a ritestare i minimi di quest’anno fino a portarsi in area 2000. Data la gravita’ della crisi economica mondiale in cui ci troviamo, e’ da attendersi che i prezzi si muovano in modo simile a quanto accaduto in situazioni analoghe in passato. Nei sell off del 2001 e del 2009 le perdite registrate dagli indici sono state ben maggiori di quelle registrare fino ad ora.


Non meno grave e’ la crisi del mercato del petrolio. Essa e’ caratterizzata da uno squilibrio importante tra domanda ed offerta.
La prima e’ in continuo calo, la seconda continua senza sosta con il rischio di saturare ben presto gli spazi per lo storage del petrolio.
Per il mese di aprile, secondo uno dei piu’ influenti analisti sul petrolio (Jeffrie Currie di Goldman Sachs) e’ atteso un calo della domanda di 15 milioni di barili. Tale calo sara’ espressione del crollo della domanda di carburante da parte di navi, aerei e di benzina per il trasporto su strada.
Allo stesso tempo, dal lato dell’offerta, stiamo assistendo ad una vera e propria guerra tra la Russia e l’Arabia Saudita nel tentativo di accapparrarsi quote di mercato. La produzione continua senza sosta creando progressivi problemi di storage. Nel mese di aprile l’industria dovra’ stivare 20 milioni di barili di petrolio al giorno. Andando avanti di questo passo gia’ entro pochi mesi non si sapra’ piu’dove stivare il petrolio.
Questo problema si riflettera’ ulteriormente nei prezzi di vendita. Essi sono gia’ espressione di questo squilibrio e sul mercato reale (quello al di fuori dei mercati finanziari) il petrolio viene venduto ben sotto gli attuali 20 USD al barile. La maggior parte dei contratti viene chiuso ad una media di 16-17 USD al barile ma il trend sara’ al ribasso per i prossimi mesi.
Mano a mano che sara’ sempre piu’ difficile stivare e stoccare il petrolio, i produttori saranno costretti a chiudere i giacimenti e a vendere sempre piu’ sotto costo il petrolio prodotto fino ad arrivare addirittura a pagare il compratore perche’ ritiri il petrolio, data la mancanza di spazio per immagazzinarlo. Saremmo di fronte a prezzi del petrolio negativi sul mercato reale.

In tale contesto, e’ evidente che molte societa’ del settore, soprattutto quelle con costi di estrazione elevati si troveranno in gravi difficolta’ finanziarie e saranno costrette a chiudere. Il numero di fallimenti nel settore tendera’ ad aumentare.
Le ripercussioni per chi fa il nostro mestiere saranno evidenti nei prossimi mesi. L’aumento del numero di fallimenti si rispecchiera’ sulle quotazioni degli ETF High Yield denominati in USD che saranno espressione delle difficolta’ finanziarie delle societa’ del settore petrolifero, particolarmente presenti in tali ETF. I titoli azionari del settore OIL ed OlL Services prezzeranno il maggior rischio del settore.


Per la giornata odierna ci attendiamo un’altra fase di de-risking che ci portera’ a vendere sui rimbalzi e ad aumentare le coperture dei portafogli in vista di ulteriore pressione.

Comment:
L’analisi di preapertura ed i commenti che invio durante la giornata non costituiscono indicazioni di operatività . Si tratta di rumors provenienti dai miei contatti nelle trading room italiane e internazionali. E’ il pensiero degli operatori professionali, che a volte può essere completamente diverso dall’operatività indicata che è frutto dell’analisi tecnica del mio metodo per quello specifico giorno. I commenti vanno invece intesi e interpretati come “sentiment” dell’operatore professionista in una ottica temporale più ampia.

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